GLI AFFRESCHI DELLA PIEVE NELLA CHIESA PARROCCHIALE
Giunti sul piazzale antistante la chiesa parrocchiale di Bornato ci portiamo all’interno per ammirare gli affreschi quattrocenteschi provenienti della pieve di San Bartolomeo.
La risoluzione di erigere una nuova chiesa parrocchiale, evidentemente resa necessaria dallo stato di incuria e di rovina in cui versava l’antica pieve, sancì il definitivo abbandono a se stesso del prestigioso monumento e la sua caduta allo stato di rudere. Fu l’arciprete don Andrea Giardini (1628-1661), coadiuvato da don Tommaso Bernardi, che prese la decisione di innalzare la nuova parrocchiale, poi consacrata nel 1660 dal cardinale Pietro Ottoboni.
Già a partire dal 1961 inizia l’interessamento per le opere murali ancora posizionate nella Pieve, che versavano in condizioni assai precarie, come testimonia una lettera allarmata del restauratore Mario Pescatori all’allora direttore dei Musei Civici di Brescia, Gaetano Panazza, nella quale egli sollecita la “urgente necessità di salvare da prossima perdita gli affreschi che decorano il sott’arco di due archi acuti” e procede spontaneamente allo strappo dei detti affreschi.
La risposta tempestiva di Gaetano Panazza ne autorizza lo strappo, alla sola condizione che “gli affreschi strappati siano conservati presso la parrocchiale di Bornato e siano tenuti tutti uniti”.
Conformemente alle prescrizioni il 16 febbraio 1963 un primo lotto di affreschi viene riportato in parrocchia.
A queste notizie si possono integrare quelle reperibili nell’archivio della Soprintendenza per i Beni Architettonici ed il Paesaggio di Brescia, relative allo stacco degli affreschi raffiguranti i Dodici Apostoli, ubicati nel secondo sottarco a sinistra rispetto all’entrata della Pieve. Il 12 luglio 1989 la Soprintendenza di Brescia esprime parere favorevole e si procede allo stacco completo del sottarco.
Si tratta quindi di due cicli di affreschi unitari: il primo, staccato in più fasi negli anni sessanta, copriva il primo sottarco della navata sinistra e comprendeva i Quattro Evangelisti; il secondo, staccato sotto la direzione della Soprintendenza nel 1989, rivestiva il secondo sottarco della navata sinistra, con le figure dei Dodici Apostoli.
Gli affreschi del secondo sottarco, forse relativi alla cappella del Santissimo Corpo di Cristo, comprendono la serie dei Dodici Apostoli che possiamo ammirare posizionati ai lati dell’arco trionfale.
Il maestro delle opere, proveniente dalla scuola di Paolo da Caylina il Vecchio si rivela artista di solida formazione tardogotica e gli affreschi in esame andrebbero collocati non oltre il secondo quarto del Quattrocento. La delicatezza impiegata nella stesura delle vesti e dei manti contrasta con l’atteggiamento fortemente espressivo, quasi iroso, dei volti e con la gestualità interlocutoria di taluni apostoli.
Particolare mestiere rivela l’ancora anonimo maestro nell’assetto sempre diverso con cui presenta le figure degli apostoli, frontali o di tre quarti, e le differenti posture adottate per ciascuno nel sostenere il Libro della Rivelazione. Tra tutti, particolarmente elegante è la figura di San Giovanni evangelista, la cui delicatezza della forma e del colore è sostenuta da una grande forza compositiva.
Possiamo uscire dalla Parrocchiale e avvicinarci alla Chiesa Cimiteriale per osservare gli altri affreschi dell’antica Pieve.