LA FASE RINASCIMENTALE
Nel pannello dedicato possiamo approfondire quanto esposto relativamente alla fase Rinascimentale.
Già dalla fine del XII secolo la crisi della Pieve cominciò a rendersi palese, soprattutto attraverso il progressivo distacco delle chiese dipendenti che rivendicavano una sempre maggiore autonomia dalla chiesa madre.
A partire dal XV secolo poi, seguendo la fisiologica evoluzione dall’organizzazione pievana a quella parrocchiale, che si attuò compiutamente solo alla fine del ‘500, dopo la riforma del concilio di Trento, San Bartolomeo divenne la chiesa parrocchiale del solo abitato rurale di Bornato.
Le mutate funzioni determinarono la completa riedificazione della chiesa precedente che rinacque in forme più ampie, per quanto non superiori a quelle dell’ecclesia altomedievale. Di questa fase si conservano per circa un metro d’altezza le murature dell’abside, del fianco sud, della facciata e del fianco nord, queste ultime scandite da semicolonne in cotto, che insieme ai 3 pilastri cilindrici posti tra le navate sostenevano le coperture a volta.
Il vasto impianto della chiesa quattrocentesca, 29 metri per 14 metri, si articolava in una navata principale, corrispondente a quella bassomedievale, e in una piccola navata settentrionale a quattro campate che sostanzialmente ricalcava l’annesso laterale nord della chiesa primitiva.
L’allargamento a nord con l’aggiunta della nave laterale comportò l’abbattimento della torre campanaria romanica. Le colonne, le semicolonne e le pareti erano rivestite da un ricco apparato pittorico e decorativo, di cui restano lembi considerevoli sulle murature sopravvissute e numerosissimi frammenti negli strati di distruzione della chiesa rinascimentale.
Alcuni di questi affreschi sono conservati presso l’attuale Chiesa Parrocchiale e la vicina Chiesa Cimiteriale. Potremo comunque ammirarli nel proseguo successivo della visita.
In questo contesto di totale rinnovamento strutturale e decorativo, appare singolare che l’abside, per la seconda volta, venne precisamente eretta sulla curva della precedente. Non è quindi da escludere che tale insistita continuità formale, dall’altomedioevo al pieno XV secolo, abbia a che vedere con la particolare sacralità dell’abside conferita dalla presenza della antica confessio sotto l’altare.